“Il terreno piano è un’invenzione degli architetti. E’ adatto per le macchine, non per i bisogni umani (…) Se l’uomo moderno è costretto a camminare sulla superficie piatta dell’asfalto e dei pavimenti (…) viene alienato dal suo contatto naturale e primordiale con la terra. Una parte cruciale del suo essere si atrofizza e le conseguenze sono catastrofiche per la sua psiche, per il suo equilibrio e per il benessere della sua intera persona” Friedensreich Hundertwasser(architetto, pittore e filosofo viennese), 1991.
Il nostro apparato muscolo-scheletrico e il nostro sistema di controllo posturale si sono evoluti, in milioni di anni, per consentirci di adattarci al meglio al terreno naturale, che è sconnesso. Gli esterocettori cutanei e i propriocettori del piede, quale unico punto fisso di relazione del nostro sistema dell’equilibrio con l’ambiente esterno, rivestono un’enorme importanza nella determinazione della postura e quindi dello nostro sviluppo muscolo-scheletrico (incluso quello dell’apparato stomatognatico).
Dai moderni studi filogenetici risulta che l’uomo mal si adatta al terreno piano. Data l’enorme complessità, il nostro organismo funziona come un sistema cibernetico ovvero un sistema in grado di autoregolarsi, autoadattarsi e autoprogrammarsi. Esso, in base alle informazioni ricevute istante per istante dall’ambiente esterno e interno, cerca costantemente di perseguire al meglio l’obiettivo dell’omeostasi (condizione di equilibrio dinamico dell’organismo). Nonostante esso rappresenti il sistema cibernetico per eccellenza, va incontro, come tutti i sistemi di questo tipo, a un errore di regolazione/programmazione tendente all’infinito quanto più le variabili di ingresso sono tendenti a zero e viceversa. In altre parole, più le informazioni ambientali che il nostro organismo riceve sono numerose e diverse, più riesce a perseguire una regolazione fine e corretta del proprio funzionamento.
E’ facile rendersi conto che le variabili di input sul terreno piano sono nettamente inferiori a quelle che si ricevono vivendo sul terreno naturale. Di conseguenza l’errore posturale sul terreno piano sarà molto maggiore rispetto a quello compiuto sul terreno sconnesso.
Possiamo quindi considerare il terreno piano come un enorme inquinamento ambientale; le sue influenze negative sulla nostra salute sono infatti notevoli (ancor più che ad esso vanno aggiunte altre superfici artificiali anti-fisiologiche su cui spesso l’uomo passa gran parte del suo tempo: sedie e scrivanie). Alterazioni e disfunzioni posturali sono alla base di molte problematiche muscolo-scheletriche e organiche (mal di schiena, mal di collo, mal di spalle, mal di ginocchia, piedi, caviglie, mal di testa, problemi circolatori, urologici, ginecologici, cellulite ecc.)
E’ un dato di fatto che fra i popoli che ancora vivono in condizioni naturali (scalzi su terreni sconnessi), come alcune popolazioni africane o del Messico, il mal di schiena e il mal di collo sono sconosciuti e la dentatura è ben allineata.
Quello che la geniale fisioterapista francese Francoise Mezieres aveva intuito, prima dell’avvento delle analisi posturali conspecifici e moderni dispositivi elettronici, è stato da questi ultimi pienamente confermato:“L’iperlordosi lombare è sempre primaria”.
Gli studi del Prof. Tiziano Pacini dimostrano infatti che il nostro organismo, il nostro sistema posturale e dell’equilibrio, reagisce al terreno piano creando una iperlordosi lombare ovvero con un eccessivo inarcamento nella regione inferiore della schiena. Questa iperlordosi lombare è presente nella quasi totalità della popolazione e si manifesta principalmente secondo due modelli:
- Modello A: la lordosi eccessiva interessa tutto il tratto lombare; è il classico caso di iperlordosi lombare.
- Modello B: l’iperlordosi lombare si concentra sull’articolazione formata tra l’ultima vertebra lombare L5 e la prima sacrale S1 (l’angolo formato dalle due vertebre si apre molto anteriormente), mentre il restante tratto lombare tende a rettilinizzarsi; è il caso comunemente definito come “scomparsa della lordosi lombare”.
In entrambi i casi si avrà, di norma, una posteriorizzazione del baricentro (centro di gravità) generale corporeo rispetto alla posizione ideale (anteriore alla terza vertebra lombare). Attore principale di questo meccanismo è il potente e profondo muscolo ileo-psoas.
N.B.: Il tacco aumenta l’iperlordosi lombare in maniera direttamente proporzionale alla sua altezza, determinando così un peggioramento posturale. Inoltre, il prolungato utilizzo di tacco alto è in grado di accorciare, retraendolo, il tendine di Achille e ciò rende poi difficile la tolleranza di scarpe senza tacco. Scarpe con tacco alto e a punta (che imprigiona in maniera innaturale l’avampiede che invece dovrebbe essere libero per svolgere correttamente la sua funzione) contribuiscono notevolmente a gener
are e incrementare problematiche muscolo-scheletriche e circolatorie a base posturale.
L’iperlordosi lombare, che abbiamo visto essere primaria nelle alterazioni posturali, viene poi compensata, tramite il sistema miofasciale, in diversi modi, in base a vari parametri fra cui sicuramente il corredo genetico, in tutto il corpo (inclusa l’articolazione temporo-mandibolare e la dentatura). Queste compensazioni altro non sono che “forzature” che il nostro cervello, tramite il sistema tonico posturale, è costretto a chiedere a muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari, articolazioni, nervi, organi ecc., al fine di ottenere una postura il più possibile stabile su un terreno a noi non congeniale.